Anatomia delle vene varicose

Anatomia delle vene varicose

anatomia vene varicose

Le vene varicose sono un disturbo comune e non solo estetico, caratterizzato dalla scarsa elasticità e dalla dilatazione permanente di uno o più vasi sanguigni. Vera e propria patologia a carico del sistema circolatorio, le varici interessano perlopiù gli arti inferiori. Visibili ad occhio nudo, le vene assumono una colorazione dal blu al viola scuro e una forma tortuosa.

Distinte in primitive e secondarie in base alle cause scatenanti, possono comportare dolore e rappresentare uno dei fattori principali di trombosi venosa profonda. Conoscere l’anatomia delle vene varicose è utile per poter individuare il problema sul nascere ed evitare che si trasformi in una malattia seria.

Descrizione anatomica e fisiologia delle vene

Le vene hanno il compito di trasportare il sangue non ossigenato, o “di ritorno”, dai tessuti al cuore. I vasi presenti nelle gambe, tuttavia, svolgono un lavoro molto più impegnativo rispetto agli altri distretti in quanto, per permettere al sangue un’adeguata risalita, devono vincere la forza di gravità. Per tale motivo, è importante che le pareti siano ben elastiche e che le valvole venose funzionino a dovere. L’anomalia strutturale dei vasi sanguigni è la causa della formazione delle vene varicose. Le pareti perdono la loro elasticità, presentando delle tortuosità visibili ad occhio nudo.

La flessibilità dei vasi è data dalla combinazione di tre strati, chiamati anche tonache:

  1. la tonaca Intima riveste la vena internamente ed è formata da cellule endoteliali;
  2. segue poi uno strato intermedio più sottile,
  3. infine la tonaca Avventizia caratterizzata da collagene di sostegno ed elastina.

Quando quest’ultima perde le sue caratteristiche la risalita del sangue verso il cuore risulta assai difficoltosa e, di conseguenza, si creano dei ristagni, peraltro visibili (sistema venoso superficiale).

confronto vena sana e vena varicosa

Perché si formano le varici?

Per comprendere il fenomeno, bisogna analizzare l’anatomia del sistema venoso degli arti inferiori che si suddivide in superficiale e profondo. Questi due distretti, apparentemente separati, sono invece legati tra loro da fasce connettivali che perforano quello più esterno, facendo defluire il sangue venoso verso il sistema profondo e mai viceversa.

Scendendo più nel dettaglio, il sistema venoso superficiale è costituito da due vene principali:

  • Piccola Safena: Il vaso sanguigno, continuazione della vena laterale marginale del piede, si origina dietro il malleolo esterno. Risale il tendine di Achille marginalmente, per poi giungere nella porzione posteriore della gamba, dove decorre a livello del polpaccio. A questo punto, va a perforare la fascia connettivale, collegandosi al sistema venoso profondo.
  • Grande Safena: Il vaso sanguigno, rispetto al precedente, ha un percorso molto più lungo. Ha origine sempre nella caviglia, raggiunge la superficie anteriore della coscia fino a confluire nel sistema venoso profondo a livello inguinale e sfociando nella vena femorale.

La risalita del sangue è agevolata dalla compressione delle vene ad opera dei muscoli durante il normale movimento. Quando si è seduti o in posizione supina, invece, intervengono delle valvole unidirezionali presenti nel sistema venoso profondo che impediscono al sangue di defluire verso il basso. Una volta avvenuto il passaggio, infatti, esse si chiudono mantenendo una pressione costante all’interno di ciascun segmento e impedendo quindi che si verifichino ristagni a livello periferico e di conseguenza problematiche di varia entità.

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I fattori emodinamici che influiscono sulla comparsa delle vene varicose

I fattori emodinamici, ossia tutte quelle problematiche circolatorie che potrebbero influenzare la comparsa delle vene varicose, sono sostanzialmente tre:

  1. la scarsa contrazione tonica dei muscoli in condizioni di riposo,
  2. la contrazione fasica insufficiente durante il movimento (come la deambulazione o l’attività fisica),
  3. il tono venoso che implica anche la capacità di flessibilità del vaso sanguigno, regolamentata dal sistema nervoso vegetativo indipendentemente dalla volontà dell’individuo.

Vene varicose e insufficienza venosa

Le alterazioni strutturali dei vasi sanguigni e il cattivo funzionamento del sistema di drenaggio degli arti inferiori sono le cause principali di insufficienza venosa cronica. Il sangue ristagna a livello periferico causando problemi di varia natura ed entità. Si parla di insufficienza venosa primaria oppure primitiva quando il disturbo interessa il sistema venoso superficiale; mentre si definisce secondaria quando l’alterazione riguarda quello periferico.

L’insufficienza venosa primaria o primitiva è anche la più comune ed è caratterizzata da una minore quantità di elastina e un aumento del contenuto di collagene. Ne consegue che i vasi perdono di elasticità, diventando più rigidi. Pertanto, non riescono a supportare l’aumento della pressione venosa e si dilatano. Le valvole risultano meno capaci di contenere il flusso sanguigno, provocando un reflusso verso i vasi del sistema superficiale. Il problema si manifesta anche a livello capillare, con la tendenza a sviluppare degli edemi, soprattutto in prossimità delle caviglie.

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Conclusioni

Le vene varicose (varici) quindi sono dilatazioni venose superficiali permanenti, visibili ad occhio nudo e palpabili. Possono avere dimensioni variabili e sono il risultato di alterazioni della parete della grande o della piccola Safena, ossia i principali vasi venosi del sistema superficiale. Non si possono curare in via del tutto definitiva, ma il problema può essere contenuto ricorrendo all’uso di calze elastiche che favoriscono la compressione dei muscoli oppure all’assunzione di farmaci ad azione anti-infiammatoria e antiradicalica. Nei casi più gravi, si provvede alla chirurgia. Un ruolo fondamentale è dato dalla prevenzione adottando stili di vita alimentare e sociale in gradi di prevenire la formazione (per approfondire l’argomento leggi questo articolo).

Infine, va menzionata anche l’insufficienza venosa secondaria, molto più rara ma dalle conseguenze gravi. È causata principalmente dalla presenza di trombi (coaguli che impediscono il normale deflusso del sangue) a livello del sistema venoso profondo. Le cause hanno a che vedere perlopiù con:

  • l’età avanzata,
  • il sovrappeso,
  • la familiarità con il disturbo,
  • la sedentarietà,
  • lo stare troppo tempo in piedi,
  • l’esposizione eccessiva ai raggi solari,
  • la gravidanza.

Le conseguenze potrebbero essere drammatiche, in quanto si creano i presupposti per lo sviluppo dell’embolia polmonare, una condizione potenzialmente mortale.

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