Come si fa la corretta diagnosi delle vene varicose

Le vene varicose (o varici) sono un problema che affligge moltissime persone. Oltre a creare disagio e imbarazzo pechè rendono le gambe antiestetiche le varici possono essere anche sintomo di altre patologie. Ecco perchè è importante non sottovalutare la cosa e conoscere bene l’argomento. Ma soprattutto la cosa importante da fare è tenerle sotto controllo e fare una corretta diagnosi.
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Anatomia delle vene degli arti inferiori
Analogamente ai vasi arteriosi, anche le vene sono dotate di una parete tri-stratificata, comprendente:
- tonaca intima interna, costituita da un singolo strato di cellule epiteliali appiattite, che formano l’endotelio;
- tonaca media, muscolare, formata da miocellule e con uno spessore molto più sottile rispetto a quello delle arterie;
- tonaca avventizia esterna, con collagene ed elastina.
Negli arti inferiori il sistema venoso comprende vene profonde, superficiali e perforanti; queste ultime mettono in comunicazione il sistema profondo con quello superficiale. Dai vasi profondi il sangue viene spinto dai muscoli del polpaccio e della coscia che, contraendosi durante il movimento, consentono la sua salita verso il cuore (ritorno venoso).
Questo dipende dalla presenza di cuspidi valvolari (valvole a nido di rondine) che si aprono per lasciare fluire il sangue verso il cuore ma si sigillano per impedire il flusso retrogrado. Come è noto, il sangue venoso, che è ricco di sostanze di rifiuto e anidride carbonica, si dirige dalla periferia verso il cuore destro che lo spingerà poi verso i polmoni per ossigenarlo. Negli arti inferiori, ci sono due grosse vene, che sono la grande safena e la piccola safena. Le safene a loro volta sono in rapporto con distretti venosi profondi mediante le vene perforanti.
In condizioni di ortostatismo il sangue esercita sul piede una pressione compresa tra 80 e 100 centimetri di acqua, nel momento in cui inizia il movimento della deambulazione, il liquido ematico viene trasferito dal circolo venoso superficiale a quello profondo, sfruttando la pompa propulsiva dei muscoli della gamba.
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Quali sono i sintomi principali
I sintomi più caratteristici delle varici sono visibili a occhio nudo e corrispondono alla fuoriuscita di tratti vasali in determinate zone delle gambe. L’aspetto delle vene estroflesse di solito è sacculare oppure a forma di gomitolo, poiché uno degli aspetti più caratteristici della malattia è rappresentato dalla tortuosità del vaso.
Inoltre le gambe affette da simili disturbi mostrano gonfiori ed edemi, principalmente a livello dei malleoli e del piede, accompagnati di norma da arrossamento e ipertermia.
Il paziente lamenta una persistente sensazione di gambe pesanti, accompagnata spesso da dolore, parestesia e insensibilità; in alcuni casi è presente anche prurito intermittente, in particolare nella zona della caviglia che può evolvere in forme eczematose e di dermatite atopica.
Una delle principali complicazioni delle varici si collega all’insorgenza di ferite ulcerose, che possono evolvere in flebiti superficiali. Se non vengono curate tempestivamente, le vene varicose evolvono in forme sempre più gravi fino a provocare impedimenti motori causati dal dolore.
Disturbi del distretto venoso
Le vene varicose o varici costituiscono un disturbo molto frequente, soprattutto nelle donne, che dipende da un insieme di concause sia congenite che acquisite. Il flusso venoso è molto più vorticoso di quello arterioso, poiché il sangue deve vincere la forza di gravità per risalire dai piedi verso il cuore. Un simile meccanismo dipende dalle contrazioni della pompa muscolare e dalla funzione delle valvole a nido di rondine.
Tra i principali fattori eziologici di questo disturbo ci sono:
- malfunzionamento delle cuspidi valvolari, che consentono il flusso retrogrado del sangue;
- insufficiente forza della pompa muscolare;
- tendenza al sovrappeso;
- modificazioni ormonali, soprattutto nella donna in gravidanza;
- patologie vasali congenite;
- ritenzione idrica.
Come fare una corretta diagnosi delle vene varicose
Per diagnosticare la presenza di vene varicose, il primo step è quello di recarsi presso un angiologo che, mediante un esame obiettivo del paziente associato a un’attenta anamnesi, è in grado di formulare una prima diagnosi.
Il paziente viene visitato in posizione ortostatica, osservando gli arti inferiori sia anteriormente che posteriormente, rivolgendo un’analisi più particolareggiata nella zona del malleolo.
La vena varicosa viene palpata lungo tutta la sua estensione e analizzata dal punto di vista della consistenza elastica, che è nettamente diversa rispetto a quelle normali in quanto oppone una resistenza quasi nulla. Durante la visita specialistica vengono effettuate due prove specifiche, che sono la prova di Trendeelenburg e la prova di Perthes.
Questi esami supplementari offrono un’indiscutibile conferma diagnostica e migliorano nello stesso tempo il tipo di nozioni che vengono acquisite dalla visita. Se infatti la presenza di varici è facilmente diagnosticabile poiché la loro presenza è confermata dalle anomalie morfo-funzionali dei vasi venosi, non sempre è chiaro il tipo di problema che sta a monte del fenomeno. Con simili interventi lo specialista può completare la diagnosi poiché il laccio emostatico all’inguine consente di evidenziare il tempo di riempimento dei vasi e il loro trofismo. Vediamoli nello specifico in cosa consistono.
Prova di Trendeelenburg
In questo caso il paziente viene messo in posizione supina (disteso a pancia in su), con l’arto sollevato in modo tale da svuotare completamente le vene. Si procede poi applicando un laccio alla radice della coscia, per bloccare il sangue che non può scendere verso il piede. A questo punto il soggetto viene rimesso in posizione eretta per poi togliere il laccio, se il sangue scorre dall’alto verso il basso significa che le valvole sono incontinenti dato che il sangue fluisce dal circolo profondo a quello superficiale. Se invece esso non riempie le vene, significa che le varici sono da incontinenza della zona di congiunzione tra safena e femorale cioè alla radice della coscia.
Prova di Perthes
Per effettuare questo test il paziente viene posto in posizione eretta con laccio inguinale. Facendolo camminare, la deambulazione provoca la schiacciatura del sangue che defluisce dal sistema superficiale a quello profondo. Se si verifica lo svuotamento delle varici significa che il circolo profondo è libero, poiché il sangue proveniente dal circolo superficiale defluisce senza ostacoli. In una simile situazione viene diagnosticata la presenza di vene varicose primitive, se invece le varici non si svuotano, il circolo venoso profondo è probabilmente ostruito e la presenza di varici dipende da altre cause. Questa prova è di solito completata con un eco-doppler, che consente di studiare in maniera attendibile l’eventuale insorgenza di rigurgiti venosi, per identificare il punto esatto dell’incontinenza valvolare.
Come combattere le vene varicose
Per eliminare e contrastare le vene varicose è possibile lavorare sulla prevenzione. Al di la della causa che scatena l’insorgenza delle varici si può agire su alcuni fattori che prevengono la formazione. Esistono infatti dei cosiddetti rimedi naturali che aiutano a migliorale la circolazione sanguigna e quindi evitano il ristagno di sangue nelle vene.
Le cose da fare quindi sono:
- cercare di fare sport e attività fisica regolare: bastano anche 30 minuti al giorno di camminata veloce;
- fare una dieta sana ed equilibrata (meglio se iposalina): prediligi frutta e verdura e evita di essere in sovrappeso oppure obesi e mangiare sano ed equilibrato;
- integra l’alimentazione con integratori alimentari come Varicorin;
- usa scarpe comode ed evita le scarpe con il tacco alto;
- se senti le gambe pesanti dormi con le gambe sollevate,
- meglio evitare di stare seduti o in piedi per troppe ore consecutive,
- evita abusi di alcol e fumo.
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