Insufficienza venosa: cos’è, cause, sintomi e rimedi

L’insufficienza venosa è un disturbo della circolazione che interessa moltissime persone, soprattutto ragazze e donne, anziani e gravide. Come molte patologie ha varie fasi: da quella asintomatica fino a diventare una vera e propria malattia invalidante, che può inficiare la qualità della vita e comportare limiti importanti nella deambulazione, fino a sfociare in un vero e proprio problema cardiovascolare in grado di far aumentare notevolmente il rischio di infarto e ictus.
È, pertanto, molto importante saper riconoscere l’insufficienza venosa fin dai primi sintomi, così da poter intervenire tempestivamente per curarla e tenerla sotto-controllo, in modo che non si aggravi con il passare del tempo.
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Cos’è l’insufficienza venosa
Si definisce insufficienza venosa l’incapacità del sangue pompato dal cuore di raggiungere, ossigenare e nutrire correttamente i distretti tissutali più superficiali. La forma più comune di insufficienza venosa si localizza a livello delle caviglie, dei polpacci e delle gambe. Il sangue affluisce a vene e capillari in quantità insufficiente o con difficoltà e questo provoca, nel tempo, l’atrofizzazione delle pareti venose. Questo meccanismo comporta due problematiche ben specifiche:
- la comparsa di ragnatele di capillari in evidenza e vene varicose;
- una serie di sintomi dolorosi e fastidiosi a livello degli arti inferiori.
Inoltre, più le pareti venose si danneggiano e più difficile sarà l’affluenza di sangue, creando un circolo vizioso che fa peggiorare, di anno in anno, la situazione.
Le cause dell’insufficienza venosa
L’insufficienza venosa è correlata principalmente a difetti di circolazione o cardiaci anche se, quasi sempre, si parla di fattori benigni, che non mettono a rischio la vita di chi ne soffre.
Tuttavia, se si nota la comparsa di vene varicose o un’eccessiva fragilità capillare è sempre bene sottoporsi a un controllo cardiologico, per escludere eventuali patologie importanti. Più frequentemente, l’insufficienza venosa è invece causata da:
- fattori predisponenti genetici, infatti chi ha in famiglia casi di parenti stretti che soffrono di problemi di varici è più propenso a svilupparne a sua volta;
- essere di sesso femminile;
- l’invecchiamento fisiologico, che porta a deterioramento di tutti gli organi, comprese le pareti venose;
- l’obesità e il sovrappeso;
- l’ipertensione;
- la gravidanza;
- l’assunzione della pillola estro-progestinica o di altre terapie ormonali equiparabili;
- l’esposizione ad alte temperature, come l’abitudine a concedersi lunghi bagni bollenti o a prendere il sole durante le ore più calde;
- le cattive abitudini come il fumo.
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I sintomi dell’insufficienza venosa
L’insufficienza venosa può comparire, soprattutto nelle ragazzine, fin dalla giovanissima età. Generalmente è asintomatica ma, specie in concomitanza con il menarca, a causa della fluttuazione ormonale e della produzione aumentata di estrogeni, può manifestarsi con i primi sintomi.
Bisogna sospettare di soffrire di insufficienza venosa in presenza di due o più dei seguenti sintomi:
- dolore, fastidio, gonfiore o prurito apparentemente immotivato a piedi, caviglie e polpacci;
- sensazione di calore a livello dei polpacci;
- indurimento dei muscoli dei polpacci, sensazione di rigidità, dolore durante la deambulazione molto simile a un crampo o uno stiramento;
- piedi costantemente freddi;
- cellulite e ritenzione idrica anche in uomini o persone con un indice di massa corporea normale;
- comparsa di capillari in evidenza, soprattutto se formano una ragnatela violacea, rosso scura o rosata;
- vera e propria formazione di varici, o vene varicose.
La vena varicosa è molto semplice da riconoscere perché appare come un cordone sporgente, duro, doloroso al tatto, di colore verdastro, blu o, nei casi più gravi, violaceo o addirittura nerastro.
Classificazione dell’insufficienza venosa
È necessario specificare che una lieve insufficienza venosa, che provoca semplicemente un po’ di fastidio a fine giornata o la comparsa di cellulite, non è mai da ritenersi grave o pericolosa. Tuttavia, identificarla e agire tempestivamente per curarla è una mossa intelligente in previsione del futuro. Infatti, chi soffre di questo disturbo tende a vederlo peggiorare con il passare degli anni. Accorgersi di essere predisposti all’insufficienza venosa e attuare fin da subito delle strategie preventive aiuta a fermare il progredire del disturbo e a ripristinare il benessere.
L’insufficienza venosa è classificata in base al livello di gravità:
- Libello 0 = asintomatico. Nonostante il sangue non irrori correttamente vene e capillari superficiali non si presenta ancora nessun sintomo.
- Livello 1 = comparsa delle teleangectasie, ossia i capillari violacei in evidenza, simili a ragnatele.
- Livello 2 = comparsa di vere e proprie vene varicose.
- Livello 3 = edema, ossia gonfiore localizzato nei pressi delle vene varicose e, successivamente, generalizzato a tutto l’arto interessato.
- Livello 4 = cambiamenti dell’aspetto della zona interessata che si gonfia, si colora di rosso/viola, inizia a prudere e dolere.
- Livello 5 = comparsa di ulcere a livello delle zone interessate, che si cicatrizzano da sole in poco tempo.
- Livello 6 = le ulcere faticano a cicatrizzarsi e restano attive, predisponendo il soggetto a rischio di infezione.
Come si diagnostica l’insufficienza venosa
Il medico di famiglia è in grado di diagnosticare un’insufficienza venosa già in stadio asintomatico, semplicemente basandosi sull’anamnesi del paziente e sui sintomi da lui stesso riferiti. Se sono già presenti capillari in evidenza, varici o ulcere, la semplice visita visiva basterà a confermare la diagnosi.
Quando, invece, ci si trova davanti a un’insufficienza venosa lieve o non ancora sintomatica, è necessario ricorrere a un’ecografia degli arti inferiori chiamata eco-doppler: un test non invasivo e non doloroso durante il quale, passando una sonda sulle gambe del paziente, è possibile visualizzare su uno schermo ad alta risoluzione le pareti venose ed i capillari, per controllare il loro stato di salute e monitorare la qualità dei parametri di circolazione sanguigna.
Rimedi per l’insufficienza venosa
Il primo passo da fare per curare l’insufficienza venosa è modificare le proprie abitudini e il proprio stile di vita.
- Raggiungere e mantenere il peso-forma;
- Seguire un’alimentazione bilanciata, inserendo nel proprio piano alimentare cibi ricchi di antocianine come i frutti rossi, il ribes, l’uva, le more e i lamponi; di vitamina C come gli agrumi e le verdure a foglia verde e di antiossidanti, presenti in quasi tutti i vegetali;
- Bere a sufficienza ogni giorno per aiutare il sangue a fluidificarsi;
- Praticare ogni giorno un po’ di attività fisica leggera ma che aiuti a non essere troppo sedentari;
- Dormire tenendo i piedi leggermente sollevati, con l’ausilio di un cuscino posizionato sotto i polpacci.
A queste regole di benessere è necessario associare anche una cura locale, generalmente sotto-forma di gel o pomate come Varilux Premium che hanno la capacità di rinfrescare la cute e di promuovere la micro-circolazione. Un’altra soluzione utile potrebbe essere quella di utilizzare delle calze contenitive oppure associare alla dieta integratori alimentari come Varicorin. Solo nei casi più gravi il medico può proporre al paziente la chirurgia.
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